(Madre Teresa di Calcutta)
Qual è il mestiere più difficile del mondo e al tempo stesso il più bello, dopo quello di essere genitori? L’insegnante; egli è un secondo genitore, con lui trascorriamo tutte le nostre giornate e con lui impariamo a leggere, a scrivere , a crescere, con lui impariamo a vivere. Non è un mestiere da poco quello di fare l’insegnante, anzi!
Si richiedono calma, pazienza, preparazione e soprattutto la capacità di mettersi in gioco, sempre. Si, perché i ragazzi sono imprevedibili, chiedono tutto, osservano tutti i minimi dettagli ma, non ultima, prendono il loro educatore come un esempio da emulare e considerano giusto tutto ciò che gli vedranno fare.
Un buon insegnante dovrebbe, prima di tutto imparare a lavorare su di sé, cercando di essere perfettamente in sintonia con i suoi insegnamenti: non regole astratte ma comportamenti coerenti da prendere come esempio. E’ chiaro che ciò non è facile, richiede, impegno, fatica, rinunce. Nessuno è perfetto, si sa, ma è possibile modificare i propri comportamenti , cercando di trasmettere ai ragazzi la coerenza delle azioni, o comunque la volontà di volersi impegnare per migliorare eventuali difetti.
Si può trasmettere molto di più con un abbraccio che con tante regole fredde, teoriche, scritte su un quaderno: la gentilezza e il rispetto sono la base per la comprensione di qualsiasi regola e questo non lo troviamo scritto sul libro di teoria.
Nonostante oggi la scienza ci consenta di avere strumenti sofisticati e all’avanguardia nell’ambito della scuola, non dobbiamo mai dimenticare che l’esempio è senza dubbio la fonte principale di tutti gli insegnamenti.
Sii il cambiamento che vorresti vedere avvenire nel mondo (Gandhi).